Respirazione diaframmatica.
Da esperienze cliniche si sa che nella persona molto ansiosa, cioè che occupa molto del suo tempo “a pensare”, “in pensieri di pre-occupazione rispetto ad un qualcosa”, è come se via via si sia fissata una abitudine ad una modalità di respirazione “più alta”. Cioè una modalità di inspirazione in cui l’aria giunge solo fino alla parte superiore del busto, a livello di petto. Anziché una più naturale modalità di “inspirazione profonda” che coinvolge anche il diaframma e la pancia come avviene nella respirazione diaframmatica.
E si è appurato che nelle persone che soffrono di picchi di ansia molto acuti come nel caso degli attacchi di panico si verifica addirittura una iperventilazione. Cioè nel momento in cui nella persona sta iniziando l’attacco di panico si verifica una modalità di respirazione ancora più veloce e superficiale, molto “alta”.
E ciò aumenta eccessivamente il livello di ossigeno nel sangue dando luogo ad una condizione chiamata alcalosi respiratoria che acuisce i sintomi, le parestesie (come i formicolii alle braccia) e altre sensazioni. Percependo questi sintomi l’atteggiamento mentale della persona sarà di ancora maggiore ansia e di “tentato controllo” che risulta inutile e controproducente. Questo atteggiamento infatti provocherà a livello corporeo una naturale risposta di allarme ancora più acuta e una respirazione ancora più accelerata inducendo così un circolo vizioso.
E’ necessario che la persona comprenda bene tutto ciò e come anche questo influisca sulle dinamiche psico-emozionali e corporee . Una “comprensione chiara” motiva la persona ad imparare una modalità di respirazione diaframmatica. Ovvero una respirazione lenta, “profonda”, nella quale l’aria in fase di inspirazione arriva in profondità fino a gonfiare la pancia, e la pausa tra inspirazione ed espirazione è più lunga.
E’ una tecnica che “una volta acquisita” risulta molto semplice ma che deve essere insegnata in modo molto accurato assicurandosi che venga “assimilata nella modalità adeguata” dalla persona e che ne colga le lievi quanto importantissime sfumature. Queste lievi quanto importanti “sfumature” sono quelle che favoriscono maggior “presenza nel qui-e-ora” (anzichè abitare eccessivamente il “mondo dei pensieri”) e “rilassamento, tranquillità” a livello psico-emozionale e corporeo.
E’ ovvio che per acquisire e assimilare questa tecnica in una “modalità adeguata” è basilare e fondamentale un atteggiamento di volontà ed impegno da parte della persona nell’approcciarsi a questa modalità di respirazione. Un atteggiamento senza pre-giudizi, resistenze psico-emozionali, o altro che pre-cludano la possibilità di cogliere il senso, le sfumature, le utilità e i diversi benefici di questa tecnica.
La “respirazione diaframmatica” in combinazione con modalità di “concentrazione della propria attenzione” sono alla base di importanti tecniche di “presenza e consapevolezza” come la mindfulness.